Commediografo italiano. Figlio di Emilio, dopo aver esordito con drammi che
riscossero un successo modesto (
L'incontro, 1883;
L'amico, 1886),
si affermò con
Le vergini (1889) e
La donna ideale (1890),
ma ottenne un ampio consenso solo con il più tardo
La porta chiusa
(1913), che entrò nel repertorio di Eleonora Duse. Dal 1912 allo scoppio
della prima guerra mondiale diresse la compagnia stabile del Teatro Manzoni
(della quale facevano parte Tina di Lorenzo, Armando Falconi e Febo Mari),
puntando al rinnovamento del repertorio e ad una messinscena più
rispondente a criteri moderni. In seguito fu direttore e poi presidente della
Società Italiana Autori ed Editori (SIAE), che sotto la sua guida venne
profondamente riorganizzata. Le opere di
P., pur appartenendo al genere
cosiddetto "borghese", mettono in evidenza gli aspetti più
deteriori della società che rappresentano e sono improntate a un rigoroso
moralismo.
P. esercitò anche l'attività di critico
drammatico sull'"Illustrazione italiana" (Milano 1862 - Varese
1929).